domenica 30 dicembre 2012

Rita Levi Montalcini


UNA  PICCOLA  DONNA , MA UN GIGANTE  NELLA STORIA DEL NOSTRO PAESE, UN PREMIO NOBEL CHE CI ONORA TUTTI, ANCHE COLORO CHE SI SONO PERMESSI DI INFANGARLA PER IL SUO IMPEGNO POLITICO.
GRAZIE RITA!

giovedì 27 dicembre 2012

venerdì 21 dicembre 2012

solstizio d'inverno

Come un fanciullo che da un lungo viaggio
stanco ritorna al paese natio,
e dorme e si riposa,
così tranquillo, placido e sereno
è l'inverno che torna.

(T.Ishikawa)





 Stupore!
Ognuno sta solo:
un albero non sa dell'altro,
ognuno è solo.

(H.Hesse)






...fanno da principi i ghiacci,
e troncano il suono del fiume.

(V.Bokov)

A TUTTI GLI AMICI CHE PASSANO, UN SINCERO E CORDIALE AUGURIO DI BUONE FESTE E PER UN FELICE ANNO NUOVO.

mercoledì 19 dicembre 2012

ai caduti per la Libertà

Se dai miei versi
strappi le rose,
delle quattro stagioni della mia poesia 
ne morirà una.

Se elimini l'amore,
due delle mie stagioni moriranno

Se mi togli la libertà
 tutte e quattro le stagioni moriranno

e io con loro
Omaggio a tutti i caduti per la Libertà.

 I versi sono di Sherko Bekas, poeta curdo nato nel 1940 e imprigionato dalle autorità irachene già nel 1961 per i suoi versi rivoluzionari.
 

domenica 16 dicembre 2012

bambini griffati di tanti anni fa

L'abbigliamento della mia lontana fanciullezza non era decisamente firmato, ma già era una fortuna che i pantaloni fossero lunghi alla caviglia di velluto nuovo e non già usati lisi e sformati da qualche ragazzo più grandicello.



 abbigliamento usuale  nei giorni feriali

All'inizio della mia vita scolastica, i calzoni erano corti, le gambe erano riparate dal calze di lana ruvida e sostenute da un bottone cucito sul bordo delle braghette e un'asola sulle calze, oppure  da un anello di elastico all'altezza della coscia.

  per la prima comunione, vestito bianco e scarpe nuove, notare le calze lunghe, in questo caso probabilmente sostenute da un anello elastico alla coscia
I cappotti non esistevano  e l'inverno  i bambini si riparavano dal freddo con passamontagna e maglioni di lana lavorati  a ferri dalle nonne, magari striminziti per i tanti lavaggi e per i tanti utenti precedenti.
Gli scarponi erano troppo costosi per i magrissimi bilanci delle famiglie e si usavano solo per le occasioni importanti , poi i bambini crescevano troppo velocemente, la calzatura più usata nella bella stagione erano "gli scarpet", delle calzature di velluto nero con le suole formate dalla sovrapposizione di molti strati di ritagli di stoffa cuciti assieme, 
 gli "scarpet" comode calzature per tutti i giorni, in primo piano a sinistra le "dalmede", , a destra le suole per gli scarpet, cucite a mano, un refe di canapa e un pezzo artigianale di sapone fatto in casa e usato per rendere più scivolosa la punta dell'ago che così penetrava più facilmente e un paio di coriacei scarponcini per ragazzo
 poi  nella seconda metà del secolo scorso si usavano delle suole di gomma  cucite alla tomaia  col robusto refe di canapa , il problema per i ragazzi era che il filo che teneva unita la tomaia alla suola, pur robusto, si usurava e gli "scarpet" si aprivano dalle parti del dito mignolo creando parecchio disagio a camminare e specialmente  nella corsa, ( anche la corsa era indispensabile per cavarsela quando si veniva scoperti a commettere qualche marachella, delle quali era costellata la nostra giornata di bambini e, se l'adulto-vittima ti scopriva un calcio in culo e qualche ceffone era garantito, in aggiunta al resto che ti saresti preso poi a casa, così almeno la fuga qualcosa ti risparmiava); l'inverno per i ragazzi la calzatura principale erano gli stivali di gomma, gelidi  e sempre  bagnati per la neve che penetrava all'interno  e si scioglieva col calore dei piedi, frequentemente gli stivali venivano  ferrati con dei ramponi costruiti artigianalmente dai fabbri, un ferro da cavallo della misura del tacco dal quale fuoriuscivano  quattro spuntoni aguzzi  che poi si conficcavano nel ghiaccio, il ghiaccio era in tutte le strade una componente immancabile durante  l'inverno, 
 abbigliamento invernale
durante il giorno si scioglieva la neve dai tetti o a lato delle strade e  con le prime ombre della sera l'acqua  gelava creando delle scivolosissime lastre di ghiaccio, considerando che nei paesi di montagna le strade erano sempre ripide, in quanto le abitazioni erano sempre edificate sui pendii,  in modo di destinare  le poche aree pianeggianti alla coltivazione del  fieno indispensabile nell'allevamento delle  vacche, così la ferratura degli stivali ti risparmiava qualche caduta.
Le persone anziane usavano ancora " le dalmede", " scarpe di cuoio con le suole di legno" le decantava ironicamente il nostro maestro, erano zoccoli di legno con la parte superriore di cuoio, anche quelle quasi sempre ferrate, poi una calzatura chiamata "sabò", i sabò erano tutti in gomma, probabilmente introdotti dalla Francia dai nostri seggiolai, in pratica erano degli stivali senza il gambale, ed erano molto usati per i lavori nelle stalle.
In quegli anni, anche se eravamo ridicomente infagottati , nessuno  mai si permetteva di ridere per l'abbigliamento  degli altri, il vestiario serviva esclusivamente  per coprirsi e riparare dal freddo, non per fare i modelli griffati però  anche con poche cose il divertimento era sempre assicurato.
 

giovedì 13 dicembre 2012

un' arida stagione bianca

...E' un'arida stagione bianca, fratello,
solo gli alberi ne conoscono la pena

quando stanno ancora eretti,


ma secchi come acciaio

 con i rami secchi come fili di ferro,


davvero, è un'arida stagione bianca

ma le stagioni poi passano.


La   lirica è del poeta sudafricano
Mogane Wally Serote

sabato 8 dicembre 2012

intervallo estivo

Un intervallo estivo per rompere queste giornate 
di gelo


Dietro c'è un mare che freme selvaggio,
sopra c'è un sole che avvampa in leone

(D.Valeri)





andavano andavano cullandosi lente nel sole,
che mare e terra e cielo sfolgorante ci confondeva.
(G. Carducci)




Quand'ecco da tutti
gli alberi un suono s'accorda,
un sibilo lungo che assorda,
che solo è così:le cicale.
U.Saba


lunedì 3 dicembre 2012

il falco e la gazza

Questo pomeriggio, guardando dalla finestra, sono stato spettatore di un' avvincente  guerriglia  fra un falco che si era posato sul culmine del tetto di una casa vicino alla mia e di una gazza  che su quel tetto ci passa  molto tempo e lo considera territorio suo, spettatrice una seconda gazza che però non è mai intervenuta nella contesa.

 Il falco se ne stava tranquillamente sul tetto a godersi un raggio di sole in questa fresca giornata dicembrina, vicino a lui si posa la gazza.



La gazza si sposta sul camino per sovrastare il falco che resta imperturbabile.



Poi si avvicina con atteggiamento aggressivo.



e alla fine  lo costringe a volare via dopo averlo  ripetutamente importunato;  sulla destra un'altra gazza, (non inquadrata), assisteva alla scena.