sabato 25 maggio 2013

aria di neve





La sera verso il crepuscolo scrutando le montagne c'erano già le prime avvisaglie che il tempo stava mutando, delle nuvole turbinose che si arrotolavano attorno alle cime indicavano i primi fiocchi di neve in arrivo.
Dopo il crepuscolo era mio compito di bambino andare con un apposito bidoncino da una signora che teneva una mucca a prendere un litro di latte per la colazione del mattino successivo e se capitava di incontrare qualche   persona si salutava con un : "C'è aria di neve questa sera" e un veloce commento sul tempo, poi di  quelle uscite serali  ricordo anche l'angoscia, perché la maestra ci raccontava che col buio nelle sere d'inverno negli Abruzzi i lupi arrivavano  nei paesi, io , quando mia madre mi diceva che era ora di andare dalla Lina a prendere il latte, obbiettavo che avevo paura dei lupi e mia madre mi tranquillizzava dicendomi che i lupi erano molto distanti e non venivano dalle nostre parti, ma io ribadivo che potevano anche sbagliare strada e io trovarmeli avanti, sicuro è che in quella mezzora la paura era tanta e anche il sollievo quando incontravo qualcuno, pensando che poteva proteggermi dai lupi.
Arrivato a casa una veloce rinfrescata in una bacinella, ( in casa non c'era ancora l'acqua corrente e anche il gabinetto era un casotto di legno in un angolo dell'orto),  poi a letto in una camera gelida e ricordo bene il vaso da notte bianco smaltato sotto il letto.
A volte il sonno tardava e allora sentivo quando ritornavano i minatori alla fine della "sciolta" pomeridiana dalla miniera a fondovalle, ( la "sciolta"  termine di origine tedesca era il turno di lavoro in miniera),
Quando arrivavano i minatori si sentivano i passi lenti e pesanti e dalle fessure delle imposte penetrava la vivida luce delle lampade a carburo delle quali tutti erano muniti, poi un saluto a bassa voce infine il tonfo di una porta che si richiudeva e il silenzio e il buio della notte.
La mattina la sveglia era data dalle campane ancora col buio, poi sentivo una signora  che scendeva  velocemente lungo il sentiero per andare alla stalla, la signora portava gli zoccoli di legno con dei ramponi antighiaccio inchiodati sotto il tacco e si sentiva un rumore caratteristico fatto dai ramponi che graffiavano la superficie e poi penetravano nella neve, allora capivo che era nevicato.
Questa signora era famosa perché lei e la sorella volevano sempre essere le prime nel lavoro, le prime ad andare alla stalla, le prime a portare il latte in latteria, allora,  raccontavano al villaggio, che quando erano ancora ragazze, a volte la gioventù del paesello attendeva a tarda sera che si fossero coricate e quando erano certi che le sorelle  dormissero pesante del primo sonno, passavano sotto le loro finestre rumoreggiando con gli zoccoli e i bidoni del latte, gli orologi nelle case in quegli anni fra le due guerre, erano inesistenti e non c'era nemmeno luce elettrica, le due sorelle sentendo il rumore di gente che andava alla stalla prima di loro, si alzano rapidissime e correvano a mungere le vacche inconsapevoli di essersi appena addormentate e ancora qualche decennio dopo in paese si rideva alle loro spalle.
Arrivava il momento di abbandonare il calduccio del letto, dalle fessure delle imposte il primo baluginare del giorno lasciava intendere che la luce soffusa  e i rumori ovattati erano il segno che la neve era arrivata,


e  il preludio di un pomeriggio dopo  scuola a scendere i pendii con le slitte e tanta allegria; non si pensava al rientro la sera con i piedi bagnati per la neve che si era infilata  e poi sciolta negli stivali, le mani ghiacciate, intorpidite e screpolate, ma che grande piacere al caldo della cucina economica, magari seduti con le gambe infilate  nel forno della cucina per riattivare la circolazione, pensando alle slittate del giorno dopo.




7 commenti:

Gibran ha detto...

QUESTI BELLISSIMI RICORDI,LI FACCIO ANCHE MIEI.L'ULULARE DEI LUPI IN LONTANANZA,LO SCRICCHIOLIO DEI RAMI DEGLI ALBERI CHE SI ROMPEVANO SOTTO IL PESO DELLA NEVE,QUELLA NEVE TANTO AMATA,DOVE DI GIORNO MI SDRAIAVO CREDENDO DI ESSERE UN'ANGELO CHE SI RIPOSAVA.LE SCULACCIATE DI MIA MADRE PERCHE' MI BAGNAVO TUTTA,COSTRINGENDOMI A STARE VICINO AL CAMINETTO FINCHE' NON MI ASCIUGAVO.INSOMMA TANTI RICORDI CI ACCOMUNANO,LA NOSTALGIA SI FA SENTIRE.
CIAO SILENO GRAZIE UN ABBRACCIO

ventisqueras,wordpresse,com ha detto...

lo splendore delle foto si integra alla perfezione con le sfumature del testo, proiettata in un mondo a me sconosciuto mi sono accoccolata accanto ad un caminetto immaginario ( l'ho associato a quello grande, con la panca inserita dentro che anche ora qualche volta si trova nelle ville che hanno riadattato i bellissimi rustici toscani)ed ho ascoltato il rumore degli zoccoli ramponati( ha ha ha, che divertente questo aneddoto)delle sorelle svegliarine e mi ha percorso una sana voglia di poter far andare all'indietro l'orologio del tempo per poter rivivere quella ricchezza di vita genuina e profumata...ma non si può
grazie, e buon viaggio tra i tuoi rucordi

Adriano Maini ha detto...

Hai reso l'ennesimo contributo a fissare pagine importanti della storia nostra popolare, arricchito anche di notevole vena poetica, aspra talora, ma sempre sincera.

ventisqueras,wordpresse,com ha detto...

ancora sto ridendo per gli zoccoli col rampone
buongiorno
e grazie per le parole bellissime che scrivi nella mia casa di neve e vento

riri ha detto...

Ricordi che fanno immaginare tutto con la fantasia. La neve mi affascina ma se sono al caldo, come sai adoro il mare, pur avendo fatto qualche giro in montagna qui nei dintorni di Torino.
Forte e nitida la descrizione dei particolari.Un caro saluto.

Patzy ha detto...

Il tuo blog è sempre pieno di queste belle storie. É un piacere leggerti, Sileno. Scrivi beníssimo, e cosi belle sono le foto. Complimenti.

Nicola ha detto...

Buongiorno. Le scrivo perché ho letto nel suo blog la parola "sciolta" con il significato di 'turno di lavoro'. Sono un linguista che si sta occupando proprio dell'etimologia di questa parola, e Le vorrei chiedere come mai crede che derivi dal tedesco. La ringrazio per una sua risposta