domenica 30 settembre 2012

il raponzolo e l'effimero

Nelle Dolomiti, verso i 2.000 metri di altezza, su qualche parete rocciosa a strapiombo, in qualche fessura della roccia, nel pieno dell'estate a volte la meraviglia di incontrare uno dei fiori più belli  e rari della montagna: il raponzolo di roccia, (Physoplexis comosa), conosciuto anche come artiglio del diavolo per la sua forma.

Il raponzolo in tutta la sua bellezza, poi sulla stessa parete, in una località frequentata solo da rarissime persone per la difficoltà di arrivarci, una sorpresa che mi ha fatto meditare su quanto sia effimera la nostra vita, la data e le firme scritte a matita di persone ormai scomparse da molto tempo e queste firme   sono probabilmente quanto resta  di ragazzi che in una calda giornata di estati lontane hanno raggiunto quel posto, scherzato e magari anche amoreggiato.

Mi commuove il pensiero di un tratto di matita che attraverso i secoli porta al ricordo di sentimenti e palpiti ormai appassiti dal tempo.





martedì 25 settembre 2012

lunedì 17 settembre 2012

in ricordo di un amico

Due anni fa, un male implacabile nel giro di tre mesi folgorava un amico.
Era una persona straordinaria dai molteplici interessi, politicamente impegnata, grande amante della montagna e della gente della montagna.
Tutti gli anni in estate, radunava  in un villaggio abbandonato da mezzo secolo tutti gli amici, da gruppi di bambini  ai quali trasmetteva il suo amore per la montagna, ai più grandi alpinisti e guide alpine che hanno fatto la storia sulle Dolomiti e anche sulle vette di tutto il mondo.
Ieri, in una giornata piena di sole, lo abbiamo ricordato, mangiando e brindando  si sentiva che era presente e ogni istante sembrava di sentirlo imprecare col suo tono burbero e la sua voce tonante:      #@****@à^   mi volete santificare adesso?



arrivando al villaggio, una simpatica sorpresa: La Cà del picchio

incominciano ad arrivare gli ospiti, fra i più grandi alpinisti della seconda metà del secolo scorso 


Il fuoco con pregiata legna di frassino per apprestare il braciere per la grigliata

le costicine, saporitissime e grigliate alla perfezione


il "pastin" un tipico prodotto bellunese, eccezionale alla griglia 


e per finire un brindisi a Matteo, fatto da uno che è arrivato sul "Tetto del mondo" e che con cinque cammelli a trentanove gradi sottozero di giorno, assieme ad un amico, è stato il primo occidentale a ripercorrere la "Via della seta"  dal Nepal alla Cina con "Il milione" di Marco Polo come unica guida; una persona unica  che ha rinunciato alla notorietà data  dai mass media, "per restare sempre lui" dice,  facendo il pastore e la guida alpina, una persona convinta che: " la montagna senza umanità è solo un cumulo di rocce"

martedì 11 settembre 2012

la baita e l'autunno


Avevo quattordici anni quando, una giornata di un'estate di tanti anni fa, durante un furioso temporale estivo che mi aveva sorpreso in una zona della vasta foresta a me del tutto sconosciuta, come un miraggio una minuscola baita mi apparve avanti.
Nella piccola costruzione di tronchi trovai della legna secca e perfino una scatola di zolfanelli ben asciutti, subito accesi un bel fuoco nel focolare in pietra, mi tolsi gli abiti fradici per asciugarli e mi sedetti su una panca di legno in attesa che cessasse il temporale.
Ho ancora vivido il ricordo di quei momenti il calore di quel provvidenziale fuoco, lo schioppettio delle fiamme alimentate da rami resinosi di abete  e l'odore penetrante del fumo unito all'odore di muffa  delle pareti di tronchi umide, i tuoni  fortissimi che periodicamente rompevano la quiete di quel rifugio.
Mentre attendevo, i miei occhi si soffermavano sulle numerose scritte fatte col carbone delle braci, nomi di persone unite da una data,ricordo, in particolare su un'asse del tetto, scritto in grande : D....s Graziella, via Bordoni, *4 Milano, non molti anni più tardi, la mia vita di emigrante mi portò a Milano e durante una passeggiata per riempire le mie domeniche solitarie, in prossimità della Stazione Centrale, alzando gli occhi, vidi la targa: via Antonio Bordoni e improvvisamente  la città attorno a me sparì e mi ritrovai nella baita in mezzo ai miei boschi, come per incanto.
Le vicissitudini della vita mi portarono poi in giro per il mondo, ma quando ritornavo al paese, una visita alla baita era sempre programmata e anche oggi non manco mai di andare in quel posto, per me magico, almeno un paio di volte l'anno e, a volte, solo per andare là, anche se devo sobbarcarmi un'ora di auto e un paio d'ore a piedi.
Purtroppo con il passare degli anni, molti anni, la mancanza di manutenzione e le intemperie hanno lasciato il segno e con grande malinconia mi rendo conto che anche il mio di  autunno avanza molto velocemente.



venerdì 7 settembre 2012

Monte Civetta


Il Monte Civetta in tutto il suo splendore
 In questa immagine la parete nord-ovest conosciuta come " La parete delle pareti", il dislivello di questa parete è superiore ai mille metri, incastonato a metà parete un piccolo ghiacciaio perenne.
Il Monte Civetta metri 3.220 s.l.m. è una delle montagne più famose nel mondo, su di essa si sono cimentati i migliori alpinisti del mondo.
Il primo a giungere sulla vetta sembra essere stato nel 1865 un cacciatore di camosci zoldano: Simeone De Silvestro sopranominato Piovanel, forse anche altri cacciatori erano già saliti prima, però  ufficialmente si attribuisce laprima ascesa ad un inglese: Francis Fox Tuckett accompagnato da due guide svizzere, pare però che  Tuckett sia salito sul percorso suggeritogli  dal Piovanel.

...cime ineguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari torrenti, de' quali si distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendio come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!
                                                                                                     (Alessandro Manzoni)