lunedì 29 aprile 2013

ma quando arriva 'sta primavera?

una umile piantina abbarbicata al muro

Ti guarda e passa. Tu non sei viola!
Di sempre sei! Non hai virtù che piaccia!
La gente passa, e tutti una parola
gettano: Erbaccia!

(Giovanni Pascoli)

bombo lo sai che gli umani conoscono sistemi  molto più gradevoli ed appaganti per impollinare?

 
il mio bonsai di melo

il  bonsai,un paio di giorni dopo in piena fioritura
Ed ecco sul tronco
si rompono le gemme:
un verde più nuovo dell'erba
che il cuore riposa.
(Salvatore Quasimodo)

mercoledì 24 aprile 2013

25 aprile omaggio a Giorgio

Il Partigiano "Giorgio" al centro della foto
...erano meravigliosi. Laceri, sbracati, sbrigativi,  mobili, franchi:questi qui, pensavo,sono incarnazione completa di Idee che noi cerchiamo di contemplare...

...improvvisavano tutto;  non avevano nessun piano prestabilito, e facevano la guerra un giorno qua un giorno là: Eravamo annichiliti di ammirazione; si sentiva di colpo, al solo vederli, che la guerra partigiana si fa così...

( da "I giovani maestri" di Luigi Meneghello) 


"Giorgio" il primo a desta in prima fila

Grazie Giorgio per quanto avete fatto in nome della Libertà

venerdì 19 aprile 2013

venivamo da lontano



...nave senza nocchier
in gran tempesta...

Venivamo da lontano, ma siamo naufragati

domenica 14 aprile 2013

evviva l'anticiclone!


Dopo una interminabile invernata, finalmente l'anticiclone è arrivato portandosi appresso l'agognata primavera.


 Nei boschi spunta qualche timido filo di erbetta e l'acqua scorre alimentata dallo sciogliersi della neve.
una gorgogliante fontana


 una copia di germani cerca uin posticino tranquillo fra le ranuncolacee e poi:,,,,,tanti ovetti!



 Una tenera gemma di larice

A tutti gli amici auguro una felice e luminosa primavera!











giovedì 11 aprile 2013

O speculatore delle cose...

Caminetto della casa di Leonardo a Vinci
O speculatore delle cose, non ti laudare di conosciere le cose che ordinariamente per sé medesima la natura conduce; ma rallegrati di conosciere il fine di quelle cose che son disegniate dalla mente tua.
 Leonardo da Vinci)
finestra nella casa di Leonardo       
 
L' uomo vitruviano


« Vetruvio, architetto, mette nella sua opera d'architectura, chelle misure dell'omo sono dalla natura
disstribuite in quessto modo cioè che 4 diti fa 1 palmo, et 4 palmi fa 1 pie, 6 palmi fa un chubito, 4
cubiti fa 1 homo, he 4 chubiti fa 1 passo, he 24 palmi fa 1 homo ecqueste misure son ne' sua edifiti.
Settu apri tanto le gambe chettu chali da chapo 1/14 di tua altez(z)a e apri e alza tanto le bracia che cholle lunge dita tu tochi la linia della
somita del chapo, sappi che 'l cientro delle stremita delle
aperte membra fia il bellicho. Ello spatio chessi truova infralle gambe fia triangolo equilatero »

venerdì 5 aprile 2013

il tempo corre e .....



la baita sei anni fa

La prima volta che giunsi in quella radura avevo quasi 14 anni, ero uscito di casa una mattina di luglio per andare nei boschi a cercare  funghi,  il tempo era incerto, ma non mi preoccupava, inoltre la raccolta procedeva molto bene,


uno splendido e freschissimo porcino
così mi inoltrai su un versante del monte che non conoscevo, quando una improvvisa e forte folata di vento fece gemere e contorcere gli alberi e un fulmine con un rumore terrificante squarciò una pianta non molto distante.
Sapevo che il pericolo erano le piante di abete e io mi trovavo  su un  pianoro in prossimità di una zona dove le piante prevalenti erano larici ed abeti, così decisi di scendere verso un bosco di faggi, anche se scendevo sul versante opposto del monte rispetto al mio paesello ed in una zona che non avevo mai frequentato.
Grande fu la mia sorpresa quando pochi minuti dopo, sotto una pioggia scrosciante intravidi una vasta radura pianeggiante al limite della radura, una grande stalla metà in pietra e metà a tavole di legno,


i ruderi della stalla l'estate scorsa

 a fianco  della stalla una piccola baita  di tronchi.
Il posto era disabitato e si vedeva che da qualche anno era stato abbandonato, (in seguito venni a conoscenza che il proprietario era deceduto qualche anno prima, gli eredi  emigrati, così il sito venne trascurato ed abbandonato).
Ormai ero fradicio di pioggia, tolsi il paletto che teneva la porta chiusa e con mio grande piacere vidi  un focolare e che sotto le panche di legno appoggiate a due pareti, c'era una bella catasta di legna secca e sopra una rudimentale mensola, una bella scatola di zolfanelli, il temporale infuriava con raffiche di vento e forti tuoni, ma io accesi un bel fuocherello, mi spogliai per asciugare gli indumenti, sicuro che con quel temporale non sarebbe arrivato nessuno a disturbarmi.
Le fiamme avvampavano allegre , recuperai il panino col formaggio che mi ero portato, ( ricordo trattavasi di un panino secco del giorno precedente, ma la pioggia aveva provveduto ad ammobidirlo),  e così mi rifocillai beato al caldo del fuoco.
Poi in attesa che spiovesse mi riempii i sensi dei rumori del bosco martoriato dal vento, dalla pioggia e dai fulmini, l'odore della legna un po' umida e resinosa che fumava e schioppettava, l'odore di umidità e muffa che impregnava l'ambiente, mentre lo sguardo correva sulle tavole del tetto e sulle pareti dove decine di persone avevano scritto con un tizzone carbonizzato una data e  nome, il ricordo di un'escursione a volte  in allegra compagnia, di un giro nel bosco o di un attimo di amore.
Poi il temporale si acquietò, ripresi i miei abiti ancora un po' umidi, il fazzolettone con le cocche incrociate pieno di porcini e finferli, riposizionai con cura il paletto che chiudeva la porta affinché qualche raffica di vento non si infilasse distruggendo poi il tetto e ritornai verso il mio paese.


la baita quattro anni fa
Ritornai di frequente in quel posto così suggestivo e quella giornata fu un punto cardinale della mia giovinezza, credo di averlo già menzionato in qualche altro post, ma quando le vicissitudini della vita mi fecero conoscere la solitudine e la nostalgia dell'emigrante, nei momento di sconforto lontano dai miei boschi, ricordavo quella baita e quella giornata e riuscivo di nuovo a sentire i profumi che erano odori di degrado come l' umidità e la muffa , ma anche profumi della vita che pulsava e della libertà nella natura rigogliosa.
Anche oggi, a distanza di diversi decenni cerco di ritornare ogni estate e ogni volta riprovo le stesse sensazioni di allora, ma la grande stalla e la baita sotto l'imperversare degli anni e delle intemperie stanno rapidamente degradando


il tetto è crollato due anni fa
e mi rammentano che anche la mia esistenza è sulla via del declino.


l'estate scorsa: sic transit

lunedì 1 aprile 2013

i bimbi di Estremadura

I bimbi di Estremadura
vanno scalzi.
Chi gli ha rubato le scarpe?



Li ferisce
il caldo e il freddo.
Chi gli ha strappato i vestiti?



La pioggia
gli bagna il letto e il sonno.
Chi demolì la casa?



Non sanno
i nomi delle stelle.
Chi  gli chiuse la scuola?



I bimbi di Estramadura
sono seri.
Chi fu il ladro dei loro giochi?
                  (Rafael Alberti)





foto tratta da internet
I versi del grande poeta spagnolo: Rafael Albert, mi hanno ferito, perché  mi hanno fatto riflettere sul mio benessere attuale in questo Paese in decadenza, confrontato con gran parte del PianetaTerra dove  "I bimbi di Estremadura" sono miliardi e vivono senza scarpe, senza vestiti, senza case, senza scuole e troppi anche senza affetti e senza futuro, sono lontani dai nostri occhi e di loro ci arriva  solo qualche piccolo frammento che prontamente rimuoviamo, perché ci disturba, tanto: Cosa possiamo fare noi?
E questo punto interrogativo ci assolve, ci giustifica e così non ci pensiamo più.
Purtroppo è la loro estrema indigenza che ci consente il tenore di vita che fino a tre anni fa credevamo fosse inesauribile.
 Molti italiani in questi ultimi anni vivono in condizioni molto precarie a causa della crisi che ha maciullato le aspettattive di centinaia di migliaia di famiglie riducendole in miseria, mentre il 10 % di coloro che possiedono quasi la metà della ricchezza italiana, si sono ulteriormente arricchite a dismisura; oppure messa in altro modo ecco altre cifre che fanno pensare: Le dieci persone più ricche d'Italia, possiedono un patrimonio che è pari a quello posseduto dai tre milioni di italiani più poveri.
Ritorno alla domanda iniziale: Cosa possiamo fare noi?
Se qualcuno ha delle modeste disponibilità, ci sono molte ONLUS impegnate a dare sostegno, salute, cultura e vita ai " bimbi  di Estremadura" di tutto il mondo, mi permetto di citarne una: http://www.savethechildren.it/

foto tratta da internet