mercoledì 22 agosto 2012

natura e ricordi

Con questo post, dedicato particolarmente a due amici sconosciuti che mi seguono con notevole costanza da Groningen (NL), da Mountain View (California), e all'amico Black Crow dalla Sicilia, vi accompagno in una  visita nei boschi alpini.





Durante l'estate, vivendo in un paesino delle Dolomiti adagiato sul versante di un monte fitto di boschi, quando non dovevo lavorare, era più il tempo che passavo nei boschi di quello che passavo a casa e, a quei tempi ormai lontani, il monte era generoso di frutti selvatici e di funghi pregiati come i finferli e i porcini che erano pure gli unici che raccoglievamo, disprezzando tutti gli altri. 
Quasi ogni giorno durante l'estate ritornavo a casa con almeno un paio di porcini e conoscevo ogni cespuglio che poteva celare i boleti.

Di quei boschi conoscevo ogni pietra, ogni cespuglio, ogni albero e ogni polla d'acqua
Mi incantavano i rumori che sentivo nel bosco,  dal frusciare della brezza fra gli alberi, allo scrosciare di un ruscello, dal rumore particolare e misterioso del risucchio del terreno che cedeva sotto i piedi attraversando qualche palude, al fruscio  pesante  del gallo cedrone che improvvisamente si alzava in volo, quel fruscio improvviso e così vicino incuteva sempre qualche momento di paura;  questi incontri col  gallo-cedrone erano però abbastanza rari , era necessario  arrivare a pochissimi metri dal cespuglio ove era celato, perché si alzasse in volo, altrimenti passando leggermente più distanti, il gallo restava ben nascosto ed invisibile.
Ogni tanto lo schiocco di un ramo secco spezzato da un venticello, un canto strano di qualche uccello che difendeva il suo territorio, si incontravano, al sole sotto qualche abete   solitaro, dei  giganteschi formicai

 brulicanti dei laboriosi insetti e quando arrivò la motorizzazione di massa arrivarono quelli della bassa che raccoglievano i formicai nei sacchi neri dell' immondizia e le povere formiche si trasformavano in mangime per gli allevamenti di polli o di fagiani con gravissimo danno per il bosco dove si moltiplicavano le processionarie, non più eliminate dalla formiche " che rinsecchivano vaste zone di abetaia; fortunatamente questa razzia sembra oggi fermata dalle leggi che vietano la raccolta della formica "Rufa"
Ricordo   poi  i diversi habitat che si attraversavano: dal bosco di giganteschi faggi ricchi di funghi e meravigliosi per i colori all'arrivo dell'autunno, alle cupe abetaie col suolo coperto bruni di aghi di abete e di vaste estensioni di muschio, alle radure che a giugno si riempiono di fiori bellissimi e coloratissimi, le zone dove riaffiorano le rocce con le macchie rosa dei rododendri, altre zone dove abbondano i rovi, impervie e faticose da attraversare, ma ad estate inoltrata sono  ricche di lamponi e di more; i boschi di larice con le piantine dei deliziosi mirtilli, qualche  masso misterioso, coperto di muschio


 portato in quel sito da qualche ghiacciaio migliaia di anno or sono e che forse sotto qualche sporgenza,  è servito da ricovero per i nostri antenati cacciatori, poi si incontrano i segni della devozione, qualche croce di legno corrosa dal tempo

 resti di una "via crucis" oppure  a memoria di qualche disgraziato che in quel posto ha deciso di terminare la sua via crucis e, che ancora oggi qualche mano pietosa   ripara  e raddrizza; qualche muro a secco rudere di una casera o muro di confine ormai coperto di rovi e  costruito portando le pietre  ad una ad una  per bonificare  qualche francobollo  di terreno

per avere una bracciata in più di fieno e oggi ai miei occhi questi muri sono un monumento a tanto lavoro, tanta fatica, tanti sacrifici e tanta fame delle generazioni che hanno preceduto la mia e quando vedo questi muretti mi coglie sempre la commozione e sento le voci e rivedo i volti degli ultimi proprietari che in quei posti ho visto ancora falciare l'erba o mungere le vacche e mi rattrista vedere il terreno conquistato a duro prezzo ormai regno dei rovi.

5 commenti:

randi ha detto...

quanto è vero quel dici! anch'io amo percorrere i boschi: c'è fresco, pace, tranquillità e la testa, qualche volta, tra alberi e muschi, smette di 'tormentarmi'...

rosso vermiglio ha detto...

Porcini e finferli mangiati oggi a pranzo. Non ho avuto il piacere di raccoglierli però, e sicuramente il gusto sarà ben differente.
Viva la montagna, sempre e comunque.

Gibran ha detto...

Carissimo Sileno,le Rufa nelle nostre foreste sono addirittura recintate,perchè i vandali o gli animali non le distruggano.Ne ho visti tanti di formicai,mi mettono allegria da come sono laboriose.
Per quanto riguarda i fungni non riesco a trovarli,sono stata una pessima cercatrice.Meno male che c'è mio fratello che dove và li fa nascere.Per ultimo i tuoi post mi mettono sempre gioia e un pizzico di tristezza nel vedere quelle meraviglie,speriamo di tornarci presto.
Ciao grazie a presto.

Adriano Maini ha detto...

Avessi potuto passare da ragazzo più tempo in montagna, forse oggi cercherei di dialogare più fittamente con te. Che questo suoni, come nelle mie intenzioni, comu un apprezzamento della tua competente passione per i tuoi boschi.

Pierpaolo ha detto...

E' stato come prendere per mano i tuoi ricordi e viverli insieme a te... Ti consiglio di rileggerti, come ho fatto io, utilizzando questo delizioso sottofondo musicale:
http://www.youtube.com/watch?v=MOBzSxFK8E0&feature=relmfu
Grazie di cuore Sileno... Ho apprezzato molto il fatto che tu mi abbia dedicato un così prezioso frammento del tuo passato...