martedì 29 maggio 2012

acqua

E la canzone dell'acqua
è una cosa eterna.
È la linfa profonda
che fa maturare i campi.
È sangue di poeti
che lasciano smarrire
le loro anime nei sentieri
della natura.



Che armonia spande
sgorgando dalla roccia!



Si abbandona agli uomini
con le sue dolci cadenze.

 Gli alberi che cantano
si spezzano e seccano.

 E diventano pianure
le montagne serene.

Ma la canzone dell'acqua
è una cosa eterna.
 (versi dal Mattino  di Federico Garcia Lorca)

giovedì 24 maggio 2012

Immagini del giro d'Italia


Quasi ininterrottamente fin dalla mia adolescenza uno degli appuntamenti di maggio è il Giro d'Italia.
A questo avvenimento sono legati molti ricordi di giornate felici trascorse spensieratamente fra le montagne più belle del mondo, in compagnia degli amici più cari.
La mia passione è nata da bambino, quando il parroco mi ha portato assieme ad un amico sulla sua Topolino mod. A lungo i tornanti su strada bianca di un passo vicino al paese, seguivo già il giro alla radio e in quell'occasione avrei potuto vedere da vicino il mio idolo: Charly Gaul , purtroppo lo vidi solo la mattina, quando dal campanile si vide la chiazza dei ciclisti  transitare sulla strada in fondo alla valle, prima di incominciare la salita sulla prima delle tante montagne  dove si sarebbero inerpicarti quel giorno e poi  non ebbi più  occasione di vederlo, perché in quella tappa si ritirò e mai più corse al Giro d'Italia.
La mia prima tappa al giro è stata anche una delle tappe storiche, ancora ricordata a tanti anni di distanza, per l'inclemenza del tempo e fermata anzitempo causa la neve; si ricorda quella tappa come  "La cavalcata dei Monti Pallidi", e quando alla televisione  vedo qualche rievocazione di quella tappa, penso che se si vede il filmato, un piccolo merito è anche mio.
Allora i mezzi della RAI erano molto  più modesti e la macchina della televisione che seguiva il giro, giunta sul tornante dove io ero in attesa, si bloccò; ricordo che era un'auto di grossa cilindrata, probabilmente straniera e visibilmente usurata.
L'autista disse che si trattava delle candele e cercò di sostituirle, ma senza riuscirci perché allocate in un posto infelice: altri ci provarono invano, alla fine ci provai io che ero un ragazzino e dove gli altri non ci riuscirono ci riuscii io, così' la troupe TV continuò il suo servizio e da allora mi è rimasta la convinzione che se gli italiani poterono vedere quella tappa famosissima, una parte del merito era anche di un ragazzino di montagna, forse non era vero, ma almeno mi piacque crederlo e così nacque pure la mia passione per il "Giro d'Italia"
Fra i ricordi più belli, quello delle notti passate su qualche passo dolomitico in attesa del passaggio del giro il giorno dopo. 
Normalmente  le tappe delle Dolomiti erano quelle decisive per il giro e le più seguite dai tifosi.
Ci si organizzava per arrivare il pomeriggio; di solito noi
 conoscevamo già il posto preciso dove accamparci, perché adocchiato precedentemente, i requisiti erano: una piazzola a fianco delle strada dove sistemare le auto e una rudimentale tenda,poi  vicinissima alla piazzola doveva esserci una polla d'acqua o un nevaio per mettere in fresco il vino e un cespuglio, un po' distante, ma non troppo perché le previste ed abbondanti libagioni richiedevano un angolino di privacy.
All'imbrunire cominciavano ad arrivare dai paesi vicini gli appassionati che avevano appena terminato il turno di lavoro, poi arrivavano dai paesi più distanti ed infine arrivava la marea di persone  dalle province confinanti della bassa, però questi trovavano posto solo nelle piazzole peggiori, con questi, un po' per campanilismo, un po' perché di natura invadenti, saccenti e rompiballe, cercavamo di tenere un comportamento freddo e scontroso.
La sera con tre pietre  si allestiva un focolare per la polenta, una bella grigliata e vino a fiumi, ogni tanto passava qualche amico o qualche collega e quella  era l'occasione per un nuovo brindisi.
Appena calava la notte ci si incamminava lungo la strada per vedere chi c'era ed era facile incontrare compagni di scuola persi di vista da molti anni,o conoscenze varie, oppure  colleghi, ( per il lavoro che facevo avevo centinaia di colleghi ed amici sparsi in tutta la regione), superfluo dire che ogni incontro era d'obbligo mangiare qualche fetta di salame artigianale, formaggio piccante o un dolce ed era  indispensabile brindare.
Verso la mezzanotte, barcollanti ed in equilibrio instabile si tornava  verso le auto, si abbassavano i sedili e poi ci si infilava  nei sacchi a pelo, anche se più di dormire si dormicchiava fra frequenti visite al cespuglio della privacy.
Solo con la notte si cominciava ad apprezzare la natura e l' Alpe, giù si vedevano le luci dei paesini abbarbicati sulle montagne circostanti, in alto il nero degli abeti o dei larici e sopra il chiarore delle rocce dolomitiche, qua e la ancora le braci di qualche fuocherello e stranamente molto silenzio, nonostante le centinaia di persone che bivaccavano.
Alle prime tenui luci, lo spettacolo delle Dolomiti che si tingevano di rosa, le prime voci di altri anchilosati ed intirizziti dal freddo che con un cerchio attorno alla testa, conseguenza delle libagioni serali, preparavano il primo caffè della giornata (rigorosamente corretto con grappa), per rimettersi un po' in sesto.
Il resto della mattinata si passava sonnecchiando fino all'ora di pranzo, quando si preparava un'altra polenta e una nuova grigliata; in questo devo dire che il nostro cuoco ufficiale era eccezionalmente bravo: qualche anno fa si era fermata vicino alle nostre auto, una copia di poliziotti in motocicletta che precedevano la corsa dicendoci  che in tutto il giro questo era il posto dove avevano sentito il profumo più buono e in breve loro e tutti i loro colleghi si fermarono a mangiare polenta e pastin, (il pastin: una specialità bellunese a base di carne aromatizzata  eccezionale alla griglia), dalla diapositiva scattata allora, ne ho contato 21 di poliziotti fermi , ma sicuramente erano di più, in altre occasioni è capitato che qualche  squadra di corridori, ( i gregari), alla fine della tappa mentre in bicicletta scendevano a valle per andare negli alberghi, si siano fermati a mangiare polenta fredda e salame al nostro bivacco.
 Dopo il pranzo cominciava l'eccitazione per il passaggio dei ciclisti, le carovane pubblicitarie, le miss, i ciclisti che un tempo furono famosi e che cercavano ancora l' applauso  degli appassionati che li riconoscevano, io ricordo in particolare  una chiacchierata con Bartali.
Poi in un attimo tutto era finito, si sbaraccava e ritorno a casa con un bagaglio di ricordi e di aneddoti e in attesa del giro del prossimo anno.
Veramente del giro in se stesso ci interessava veramente poco, il nostro divertimento era la compagnia e le ore passate assieme in amicizia, ancora oggi , a distanza di anni, quando ci ritroviamo fra colleghi ed amici, capita spesso di rievocare: "Ti ricordi quella volta sul passo Duran che ti sei ribaltato lungo la strada da quanto avevi bevuto?"
"Chi io? ma se ero assolutamente sobrio e potevo bere ancora tre volte tanto, si era trattato solo di una buca che nel buio non avevo visto" era la giustificazione molto stonata.
Quest'anno a causa del tempo incerto mi sono limitato assieme ad  un amico  a vedere il passaggio del giro sui tornanti di forcella Staulanza; fortunatamente dopo tante giornate uggiose siamo stati ripagati dal sole ai piedi del monte Pelmo.
A voi qualche foto di ieri, mentre oggi  sono passati in centro città a Belluno.
 Spettatori in attesa lungo i tornanti
l'auto con le bandiere che chiude la strada
il gruppo dei migliori s'inerpica
la maglia rosa
oggi transitano per il centro di Belluno
e con questa foto: Arrivederci all'anno venturo.

lunedì 21 maggio 2012

Venezia

...avviluppata in un roseo velo,
sta con le sue chiese, palazzi, giardini,
tutta sospesa tra due turchini,
quello del mare, quello del cielo.
(Diego Valeri)


gondola




panorama con san Marco e Palazzo Ducale

il Canale della Giudecca



gondole a san Marco e l'isola di san Giorgio


 dalla chiesa della Salute

sabato 19 maggio 2012

a Melissa


Melissa: una vittima incolpevole oscurata nel pieno della sua primavera da qualche ombra vigliacca al servizio del denaro sporco.
Un pensiero e un abbraccio ai tuoi cari privati del tuo sorriso innocente.

venerdì 18 maggio 2012

lunedì 14 maggio 2012

fioritura

Voglio regalare a tutti coloro che passano da queste parti una splendida fioritura di narcisi, immagino che poche persone possano godere di un simile spettacolo che si ripete ogni anno.





























    Chi sei tu, lettore che leggi
   le mie parole tra un centinaio d'anni?
   Non posso inviarti un solo fiore
   della ricchezza di questa primavera,
   una sola striatura d'oro
   delle nubi lontane.
  Apri le porte e guardati intorno.
   Dal tuo giardino in fiore cogli
   i ricordi fragranti dei fiori svaniti
   un centinaio d'anno fa.
   Nella gioia del tuo cuore possa tu sentire     
   la gioia vivente che cantò
    in un mattino di primavera,
    mandando la sua voce lieta
   attraverso un centinaio d'anni. 
(Rabindranath Tagore 1913)

domenica 13 maggio 2012

maggio


Uno dei fiori tipici di maggio: il mughetto


fra  le rocce il torrente scorre...

nel verde tenue e fresco una torre senza nome


giochi di primavera ; > )



a Venezia è conosciuto come: Il cocai

domenica 6 maggio 2012

la soldanella

Questa riproposizione  e questo stupendo fiore di primavera, sono dedicati a tutte le amiche che stanno attraversando un momento difficile:


Soldanella  (primulacee)



All'ombra della chiesetta sul Passo Falzarego (quota 2117 m/slm), in provincia di Belluno, ho trovato un gruppo di questi stupendi fiorellini, fra i miei preferiti.


Chiesetta Passo Falzarego (2.117 m/slm)
sullo sfondo il " Sass de Stria"




La "soldanella", appartiene alla famiglia delle "primulacee";
fiorisce sui pascoli alpini intrisi di acqua, non  appena la neve si ritira.
E' diffusa sui Pirenei, sulle Alpi fino ai Balcani, poi su tutti gli Appennini fino alla Calabria.
Normalmente cresce fra i 1.000 e i 2.600 m/slm, però è possibile trovarla anche a quote superiori.





I fiori, in numero variabile da uno a quattro, sbocciano su un gambo rossastro ed sono di  colore azzurro-violaceo, le corolle sono deliziosamente frangiate e le fogli, di forma rotondeggiante, sono basali.



Ogni fiore è un' anima
che sboccia nella natura.
                                                          (Gérard de Nerval)

mercoledì 2 maggio 2012

Dachau: per non dimenticare

 (Nota: Le notizie sul Campo di Concentramento di Dachau sono tratte da:
   http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento_di_Dachau)

 Il primo maggio il Sindacato Pensionati CGIL di Belluno ha organizzato una visita a Dachau per un omaggio ed un ricordo alle decine di migliaia di vittime del terrore nazista: Perché mai più accada!

 

Il campo di concentramento di Dachau a una ventina di km, a nord-ovest di Monaco di Baviera, venne aperto il 22 marzo 1933, un mese dopo la presa del potere da parte di Hitler.
Inizialmente era destinato alla detenzione di prigionieri politici particolarmente comunisti e sindacalisti, in seguito anche ebrei omosessuali, zingari , mendicanti, senzatetto e Testimoni di Geova  invisi al regime nazista.

Il campo era un rettangolo delle dimensioni di 300 metri per 600 e si entrava da una porticina in ferro con la scritta:"Arbeit macht freit", si stima siano passati a Dachau circa 200.000 prigionieri e 41.550 vi persero la vita, anche se le stime sono per difetto, perché a molti prigionieri veniva assegnato lo stesso numero di matricola di altri prigionieri defunti.
Dachau divenne il modello per gli altri campi di concentramento, così come lo "Spirito di Dachau" ossia: Il terrore senza pietà.

Nel "Blocco 26": Il blocco dei preti,da aprile del 1941, per accordi e finanziamenti del Vaticano, il trattamento, le condizioni e il vitto erano migliori, ma la reazione degli altri prigionieri portò nel settembre del 1941 alla sospensione del trattamento di favore nei confronti dei religiosi detenuti.
Nel 1940 si costruì un primo forno crematorio in un capannone di legno  come una casa in stile "villaggio rurale", la capacità di incenerimento era dai 20 ai 100 cadaveri giornalieri, poi nel 1942 incominciò la costruzione di un nuovo crematorio con quattro forni chiamato: Barake X"

Inizialmente si recuperavano le ceneri che venivano vendute alle famiglie che ne facevano richiesta, ma le ceneri erano mischiate e non corrispondevano mai  alla persona cremata, poi l'atroce commercio cessò e le ceneri venivano sepolte in una fossa poco distante dal crematorio.

Il campo di concentramento di Dachau venne liberato dagli americani il 29 aprile 1945,  

e dal luglio 1945 al 1948 utilizzato come prigione per i graduati ed ufficiali delle SS.
Il 16 ottobre 1946  i forni crematori di Dachau vennero riaccesi per cremare i corpi dei gerarchi nazisti impiccati per sentenza del tribunale di Norimberga:
Hermann Göring, von Ribbentrop, Keitel, Kaltenbrunner, Rosenberg, Frank, Frick, Streicher, Sauckel, Jodl, Seyß-Inquart, passarono anche loro per il famigerato camino. A Dachau era cominciato il nazismo e a Dachau finì.