Dopo i miei esperimenti per vedere la televisione con uno specchio posto vicino all'apparecchio radio, ma purtroppo senza risultati, anche in Italia era arrivata finalmente la televisione.
La mia prima volta che vidi la TV fu in un paese vicino dove ero andato a trovare dei parenti che mi avevano poi invitato a restare là per la notte, avevo circa 10 anni.
La sera dopo la cena. mi accompagnarono in un'osteria vicina dove si trovava il primo televisore della zona.
Ricordo che l'osteria era affollata di persone incantate a guardare la TV e anch'io rimasi ipnotizzato a guardare la scatola magica; era una trasmissione di fantascienza ed il protagonista era un alieno di nome Aktabar, è passato oltre mezzo secolo, ma lo ricordo ancora.
Successivamente anche nel mio paese arrivarono i televisori nelle tre osterie del paese, allora alle cinque della sera, anziché correre nei prati, ci radunavamo nella sala del televisore in trepida attesa dell'inizio delle trasmissioni.
Dopo l'apertura con l'antenna che si stagliava fra le nuvole e la sigla con la maestosa musica di Rossini, appariva un quadro con immagine del Colosseo dagli studi di Roma. la Mole Antonelliana dagli studi di Torino e Il Duomo di Milano per gli studi di Milano, l'annunciatrice presentava la programmazione della giornata e finalmente la TV dei ragazzi.
Il personaggio più noto era Cino Tortorella nei panni di Zurlì mago del giovedì, poi si vedevano parecchi avvincenti telefilm, però qualche volta entrava in sala nei momenti di maggior suspense, il padrone dell'osteria. ex podestà fascista, che con la mano tesa e l'indice che indicava l'uscita, con un perentorio: "Bòce fòraaa!" (Ragazzi fuori!), ci privava del finale.
Che delusione!
Grandissimo il successo dell'Isola del Tesoro e tutti avvinti dalle storie dei pirati, con il famoso coro che cantava:" Quindici uomini, quindici uomini sulla cassa del morto oh oooh...".
La domenica andava in onda "L'amico degli animali" con Angelo Lombardi, seguita dalle avventure di Tarzan.
La sera era consentito vedere la TV solo durante le tre serate del festival di Sanremo e in quell'occasione si vedeva anche Carosello, altrimenti precluso causa l'ora tarda
Il festival che forniva alle massaie molte ore di conversazione fin dai tempi della radio, con la televisione divenne un evento epocale e oltre alle canzoni, diventarono familiari anche i volti dei cantanti, poi i commenti: Hai visto come era vestita la Tonina T.?
Non ho mai visto "Lascia o radoppia" perché andava in onda il giovedì sera e la sera i bambini non potevano uscire, mentre gli adulti si dovevano alzare all'alba per accudire gli animali.
Solo il sabato sera mia madre mi accompagnava a vedere "Il musichiere" con Mario Riva nella sala dell'osteria piena di persone.
Del Musichiere ricordo tutti i personaggi più interessanti, fra i quali uno dei finalisti dell'ultima trasmissione che divenne mio collega di lavoro e per molti anni continuò a raccontare di quella grande avventura.
Poi il benessere degli anni sessanta portò la televisione in tutte le case, determinando una rivoluzione inimmaginabile, le sere estive non si sentiva più il chiasso dei bambini che correvano per i prati, ma all'imbrunire tutti a casa a vedere la TV;
le donne dopocena non si incontravano più nel calduccio umido delle stalle per fare il "filò" ovverossia intrattenersi in gruppo per chiacchierare e lavorare a maglia nelle stalle dove il riscaldamento era ecologico a "calore animale" ed incominciarono nuovi bisogni come le brillantine, i dadi da brodo, i formaggini , i detersivi, poi le lavatrici, i frigoriferi, gli abiti su misura per arrivare alle auto sempre più grosse ed ingombranti, infine il tema centrale non era più uno sceneggiato, un documentario, un film, un evento sportivo, ma la pubblicità sempre più invadente, sempre più creatrice di bisogni superflui, dannosi, inutili, qualsiasi evento di cronaca anche di fatti drammatici viene spezzato per lasciar posto agli spot dove l'umanità è felice perché beve l'amaro X, le donne si concedono al macho solo se usa il deodorante K, i bambini crescono robusti, intelligenti e forti, ma devono mangiare il formaggino Z, magari fatto con gli scarti di formaggi scaduti e marci, intrisi di cose innominabili e tutto urlato a volume altissimo, perché il messaggio pubblicitario giunga anche al passante che transita nella piazza a 100 metri di distanza; poi per qualche minuto, fino alla prossima interruzione pubblicitaria, riprende la cronaca dell'evento drammatico, col giornalista di turno che immancabilmente chiede alla madre della ragazza barbaramente stuprata e uccisa: Signora cosa sta provando in questo momento?
Poi le trasmissioni di approfondimento che non approfondiscono nulla, perche c'è la solita manciata di politici, sempre gli stessi, intercambiabili, che ripetono settimana dopo settimana sempre gli stessi ritornelli, insultandosi tra di loro,
interrompendosi a vicenda, eludendo qualsiasi risposta e parlando del nulla.
Che squallore!
Con l'arrivo televisione un'epoca millenaria di civiltà contadina era finita col cambio dei modelli culturali e dei bisogni, così ci si inoltrava verso il ventunesimo secolo.
6 commenti:
Ma quante cose interessanti hai messo in questo post! Molte situazioni sono conformi anche per me. E tanti amici. Il mio primo ricordo - in un bar, va da sé - dovrebbe essere per Carosone e la sua band, quando c'era ancora Van Guld. A seguire ... Prima o poi parto, se la memoria mi soccorre, dai tuoi post su radio e televisione per scrivere qualcosa anch'io ...
Caro Sileno, la televisione all'epoca fu un lusso, i ricordi si rincorrono per accaparrarsi un posto in prima fila dai vicini più benestanti, ma dopo un pò, nonostante fossi piccola,preferii leggere, stimolava la mia fantasia galoppante.
Un post come sempre il tuo che induce alla riflessione.
Un abbraccio
Non solo solo ricordi i tuoi Sileno.
Sono una riflessione che dovremmo fare tutti. Una riflessione sulla nostra società che è stata cambiata non tanto per l'avvento della televisione che, inizialmente era persino culturale, ma per quella pubblicità invasiva che un po' alla volta prese il sopravvento.
E, nonostante questo, non si sentivano più, nemmeno allora, le voci dei bambini all'aperto.
Grazie, sono così felice di potere continuare a leggerti, caro Sileno!
Ciao,
Lara
Un caro saluto e buon fine settimana.
Mi hai messo addosso un po' di nostalgia. Attraverso il tuo racconto ho intravisto un paese più normale, più felice, forse meno ricco, ma certamente più solidale ed amabile.
Forse il momento di "guardare" la televisione era anche un momento comunitario, si stava insieme e magari si intrecciavano amicizie. Ora è diventata un momento di isolamento, restiamo tutti chiusi nelle case e non c'incontriamo più.
Peccato.
Ciao Sileno, un abbraccio.
Triste, ma reale involuzione delle nostre abitudini... Un abbraccio Sile
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