giovedì 25 giugno 2015

Dolomiti: escursione dedicata a tutti coloro che amano le montagne

Erano una quindicina di giorni che aspettavo una giornata senza pioggia per un'escursione fra le Dolomiti; le nuvole non sono mancate ma senza rovinarci la giornata, solo incappucciando a tratti  le vette.
Siamo partiti dal passo Valles, sul confine tra le province di Belluno e di Trento, lungo una strada bianca chiusa ai mezzi motorizzati.
Dopo un paio di curve la prima sorpresa: da una paretina rocciosa un mare di fiorellini bianchi ondeggianti su lunghi steli danno l'idea che stia nevicando.

Poco più avanti si passa attraverso una malga al momento ancora chiusa

La strada sale dolcemente e dopo un tornante si arriva a un mini laghetto

Nelle praterie chiazze di rododendri e fiori multicolori, poi, dopo una curva l'incontro con due pacifiche mucche che si erano allontanate da una mandria poco distante.

Ancora un tratto di strada e incontriamo dei cavalli che stavano pascolando tranquillamente.

Nei pascoli chiazze multicolori di fiori: le genziane.

e le genzianelle di un azzurro intensissimo
Arrivati dopo due ore al rifugio a quota 2260 metri dove abbiamo mangiato dei piatti tipici veramente di qualità.

Al ritorno dal crinale le mucche ci salutano.

e, infine, uno scorcio delle splendide Cime d'Auta.

mercoledì 17 giugno 2015

il bosco misterioso

Grazie alla gentilezza  del mio ospite a Viterbo e alla passione di un signore originario di Bomarzo  ho avuto lo straordinario privilegio di vistare dei siti archeologici di straordinario interesse e praticamente sconosciuti.
Partiti in prossimità di Bomarzo seguendo un tratturo, poi scendendo lungo un sentiero passando per una tagliata scavata dal popolo etrusco, 





siamo arrivati ad una misteriosa piramide intagliata in un masso di peperino, forse addirittura precedente agli Etruschi.



è possibile che tale piramide  fosse adibita a sacrifici agli dei ed è stata scoperta da quel signore, originario di Bomarzo, meno di una decina di anni fa e questo signore con tanta passione e tanta fatica durante le ferie, ha provveduto a liberarla dalla folta vegetazione e dalle radici che la ricoprivano: per maggiori e dettagliate informazioni: http://www.duepassinelmistero.com/misteriosiboschi2.htm


Continuando per il sentiero siamo poi arrivati in un altro sito misterioso: il complesso funerario di Santa Cecilia








Anche per questo sito notizie dettagliate su altra pagina http://www.duepassinelmistero.com/misteriosiboschi2.htm

 Ma le sorprese non sono ancora finite scendendo si arriva al torrente Castello con le rovine dei mulini che ancora negli anni cinquanta macinavano






fra le rovine si scorgono ancora le macine.  Il questo suggestivo torrente  vennero girate le scene  del battesimo di Gesù nel film di Pasolini: "Il Vangelo secondo Matteo".
Ancora  un po' di strada fra tante meraviglie e si arriva alla Torre di Chia acquistata nel 1970, per soggiornarvi, da Pier Paolo Pasolini.



A conclusione confesso che solo questa escursione meritava  la mia vacanza a Viterbo.

mercoledì 10 giugno 2015

Viterbo e la Tuscia visti da un turista fai da te


I giorni che vanno dalla metà del mese di maggio alla metà del mese di giugno sono il periodo che preferisco per trascorrere qualche giorno da turista. Le giornate sono lunghissime e se c'è la fortuna del bel tempo,come quest'anno, sono gradevolissime e a tale riguardo ricordo con piacere quanto mi disse una deliziosa bimba di sei /sette anni tanto tempo fa: " Mi piacciono questi giorni quando il caldo si mescola col freddo". Anch'io amo questi giorni, " quando il caldo si mescola col freddo" e il movimento turistico è quasi inesistente e ciò significa: niente code per vedere i capolavori dell'Arte, prezzi bassi e tanta disponibilità dagli operatori turistici.
Quest'anno la mia meta è stata la città di Viterbo, mai da me visitata in precedenza e che ha sempre attirato la mia attenzione per la sua storia medievale.
Ci sono andato utilizzando i mezzi pubblici e qua incominciano le dolenti note: si esce dalla stazione di Porta Romana e alle fermate dei mezzi pubblici manca qualsiasi indicazione sugli orari e sulle destinazioni degli stessi, per informazioni bisogna disturbare qualche esercente, ad esempio per andare a Tarquinia ho chiesto informazioni sulla fermata dell'autobus in prossimità della stazione di Porta Romana, (dove alloggiavo), ad un vigile donna che con fastidio mi ha indicato  di andare al capo opposto della città dove c'era il capolinea dei servizi extraurbani, la fermata era invece a pochi passi di distanza senza indicazioni sulla meta, se avessi ascoltato la sgradevole vigile avrei dovuto camminare mezz'ora sotto il sole, per ripassare poi nello stesso posto e questo non è il solo episodio di malservizio, ma ne riparlerò anche in altro post. Dicono che il turismo potrebbe essere una miniera d'oro inesauribile per le casse disastrate di questo Paese, sia in termini di posti di lavoro che di soldi e che nel mondo l'Italia continua a perdere posizioni come flusso turistico, ma se non riusciamo nemmeno a fornire una miserabile indicazione come una fermata d'autobus con orari e itinerari, (e questo succede nella maggior parte delle città italiane non è un caso isolato quanto da me citato , ma è la norma); se mi trovo a forte disagio io che ho lavorato una vita nel settore, possiamo immaginare uno straniero che non conosce nemmeno la lingua e perde la possibilità di raggiungere una località, perché in mancanza d'indicazioni magari aspetta dall'altro lato della strada?
E mi domando se i ben retribuiti managers pubblici del settore Turismo e Cultura hanno mai utilizzato un autobus dove potrebbero esserci tanti potenziali esseri umani interessati a spostarsi per Turismo e Cultura, penso che non ci vorrebbe molto per capire i motivi della disaffezione degli stranieri verso l'Italia.
Tolto qualche sassolino dalle scarpe vengo ora alla bella Viterbo, al superbo quartiere medievale di san Pellegrino.
Arrivando dalla via Francigena una visione sul Palazzo dei Papi
Nella seconda metà del secolo XIII papa Alessandro IV pensò bene di allontanarsi da Roma a causa dell'instabilità politica e di stabilirsi a Viterbo pertanto nel 1266 venne edificato il Palazzo papale. 

la  scalinata e la loggia delle Benedizioni   
A Viterbo dal 1257 al 1281 ebbero la residenza, (anche alternata con altre sedi), nove papi, l'ultimo Martino IV, subito dopo l'elezione abbandonò Viterbo per trasferire la sede papale ad Avignone.
la chiesa di san Silvestro o del Gesù

A poca distanza dal palazzo papale si trova l'antica chiesa di san Silvestro o del Gesù, già citata nel 1080. In questa chiesa il 13 marzo 1271 mentre assisteva alla messa venne smembrato a colpi di spada il nipote del re Enrico III d'Inghilterra Enrico di Cornovaglia ad opera dei cugini Guido e Simone di Montfort per vendicare il loro padre e fratello uccisi in battaglia da Enrico III e poi fatti smembrare.
Dante nel XII canto dell'Inferno scrive: « Colui fesse in grembo a Dio / lo cor che 'n su Tamisi ancor si cola »
(Inf. XII 119-120)




Un angolo suggestivo nel Quartiere san Pellegrino lungo la via Francigena.



Il palazzo degli Alessandri del secolo XIII; gli Alessandri erano una famiglia di parte guelfa e costretti a fuggire dai ghibellini vincenti che si accingevano a distruggere il palazzo appena edificato, ma papa Innocenzo III si oppose a tale barbarie.



E per finire un esempio di casa ponte, tipica casa viterbese, due abitazioni unite all'altezza del primo piano mentre  sotto il porticato passa la strada; la scala, chiamata profferlo, è anche questa tipica dei paesi altolaziali, la  mancanza di ringhiere, sulla parte sinistra salendo, consentiva agli abitanti di difendersi con la spada nella mano destra e senza impedimenti, mentre gli intrusi erano ostacolati dal muro alla loro destra.
Un saluto agli eventuali visitatori e un arrivederci al prossimo post. 

martedì 2 giugno 2015

stagione che porti la luce

..stagione che porti la luce
a distendere il tempo
di là dai confini del giorno,
e sembri mettere a volte
nell'ordine che procede
qualche cadenza dell'indugio eterno. 

(Vincenzo Cardarelli) 

 
(Vincenzo Cardarelli)