mercoledì 9 ottobre 2013

Vajont

Ripropongo un vecchio post in memoria delle vittime del Vajont il 9 ottobre 1963



La diga terminata alla fine degli anni 50 al termine dei lavori era considerata la diga più alta del mondo con i suoi 264,60 metri di altezza.



Nell'immagine accanto , si vede l'ingresso della galleria di servizio, lunga oltre 500 metri.









Nell'immagine a destra : i finestroni
 all'ingresso della galleria.















In questa immagine, si vede
lo scarico di fondo della diga e
la sommità della diga.








Nella foto sotto : La valle del Vajont dal ponte Tubo.

Il ponte Tubo attraversa la gola  del Vajont a valle della diga e ad una altezza dal torrente  di circa 160 metri















A destra: La diga dal
ponte Tubo, a questo punto
si vedono circa 100 metri di diga, dal ponte alla base della diga c'è ancora un dislivello di circa 160 metri.




La valle del Vajont dal ponte Tubo, la cascata che si vede a destra è lo scarico di fondo della diga, un salto di 160 metri.











Sotto: Il ponte Tubo












La diga vista dal ponte.












All'interno della diga,
il tubo passa sotto la frana e
questo tubo ha una portata di acqua verso la centrale di Soverzene di 50 metri cubi al secondo.







Sotto:La sommità della diga, le rocce che si vedono dietro,
sono della frana che precipitò
nel lago la sera del 9 ottobre 1963 alle ore 22,39.



Il fronte della frana è lungo circa 2 km; la massa precipitata nel lago alla velocità di circa 90 km/h era di 270 milioni di metri cubi di terra e sollevò sopra la diga un'onda di oltre 100 metri fino alle prime case del paese di Casso, poi l'acqua si infilò nella strettissima valle del Vajont 370 metri più in basso e piombò sul paese di Longarone situato allo sbocco della valle a circa tre km di distanza, in un tempo di circa tre minuti; all'uscita della valle il muro d'acqua era alto circa 70 metri.


L'acqua che trascinava con se fra le altre cose, macigni di diverse tonnellate, terra e tronchi d'albero, era preceduta da un vento furioso.
Le vittime della tragedia sono state stimate in 1910, molti corpi non sono mai stati trovati.





La sommità della diga.
La diga ha retto perfettamente
all'urto dell'acqua e in questa foto si vede che solo una minima parte della corona è
stata asportata.






In questa foto si vede la valle del Vajont e in fondo il
ricostruito paese di Longarone.
Le luci che si vedono a destra
sulla montagna, sono i finestroni della galleria sulla strada che da Longarone percorre la Valcellina verso la pianura friulana.
Un pensiero per tutte quelle vittime, sacrificate dalla cupidigia umana.
PS: Nonostante abbia cercato di documentarmi accuratamente, è possibile che sia incorso in qualche errore; nell'eventualita chiedo di scusarmi.


Durante la visita alla diga il 25 novembre 2008 siamo entrati nei cameroni all'interno della diga e a fianco della gigantesca condotta  forzata, ( visibile in una foto sopra),  che portava alla centrale idroelettrica l'acqua che oltre all'acqua del torrente Vajont, proveniva  da altri 2 laghi, il lago di Centro Cadore e il lago di Pontesei e nella condotta bypassava  la frana per alimentare la centrale di Soverzene; gli amici del coro "Adunata" organizzatori della visita cantavano una canzone di montagna in memoria delle vittime, fu un momento fortemente emotivo, la melodia sommessamente cantata e a pochi centimetri alle nostre spalle, il fruscio poderoso dell'acqua.







5 commenti:

ale ha detto...

(ti penso, ti penso, ti penso)
ero certa che mi avresti "fatto memoria" di questo incredibile dolore.
ne ero certa. Grazie Sileno.

Anonimo ha detto...

sono stata in pellegrinaggio in quei luoghi, sopra quelle tombe,,,più scorre il tempo e più ho una sola parola
AGGHIACCIANTE

Anonimo ha detto...

sono Ven...non mi rileva l'account, sorry

Gibran ha detto...

Quella immane tragedia, mi tenne incollata alla tv per ore, come l'ha definita Ven è stata veramente agghiacciante.
Ciao Sileno.
PS. E' vero la cupidigia umana non ha confini.

Pierpaolo ha detto...

Mi unisco al pensiero. E' una tragedia che rimbomba a distanza di anni e raggiunge anche le mie generazioni...
A presto Sileno