lunedì 20 febbraio 2012

il ginepro

 Juniperus appartiene al genere delle cupressaceae, è arbusto sempreverde alto fino ad un paio di metri, (ma in California il   juniperus occidentalis , che cresce negli USA), esiste una pianta  vecchia forse di tremila anni, alta 26 metri e con un diametro di 3,88m.); le foglie aghiformi sono molto pungenti le bacche mature di colore viola scuro con riflessi argentei lucido, giungono a maturazione l'anno dopo l'impollinazione.
Il ginepro è un arbusto comune nei luoghi aridi e cresce fino ad un'altezza di 2.500 m/slm, in climi temperati e soleggiati o in mezz'ombra in suoli sabbiosi o carsici.
Le bacche, ricche di resine, sono chiamate "galbuli"







in botanica e sono utilizzate in cucina come spezie per i piatti di selvaggina, sono usate pure per aromatizzare le grappe al ginepro e per la produzione del gin.
Nella medicina popolare si usano per curare i disturbi digestivi, nelle malattie respiratorie, reumatiche e delle vie urinarie; controindicazioni all'uso si hanno in gravidanza e per affezioni renali infiammatorie.







Il suo legno bruciato veniva usato per profumare delicatamente i salumi e i formaggi affumicati, con il legno di ginepro in qualche paese delle Alpi si costruivano i mestoli usati per rimestare la polenta, poiché oltre ad un leggero profumo che rilasciava, era inattaccabile dalle muffe.
Si riteneva inoltre che tenesse lontani i serpenti e nella tradizione cristiana questa qualità veniva interpretata come purificazione dai peccati.
Nel Medioevo era considerato come la panacea di tutti i mali, famoso come rimedio contro le possessioni maligne e addirittura come cura della peste bubbonica.
Molte le leggende popolari sui poteri magici del ginepro: in Toscana appendevano rametti di ginepro per tenere lontane le streghe, si diceva che le streghe si fermavano a contare le foglie aghiformi, ma poi perdevano il conto e andavano in confusione e si allontanavano dall'abitazione con stizza, ( aggiungo con una nota mia che magari si allontanavano dalla Toscana per rifugiarsi in Lombardia dove finivano nelle braccia del santo cardinale Carlo Borromeo che provvedeva poi ad arrostirle sul rogo).
Secondo una credenza popolare tedesca, se veniva invocata la fata del ginepro, questa poteva costringere i ladri a restituire il maltolto, ma per fare questo bisognava curvare fino a terra un ramo di ginepro, fermarlo con una pietra e urlare il nome del ladro che non poteva opporsi a quel richiamo e doveva presentarsi col maltolto.



Secondo un'altra leggenda medioevale, durante la fuga in Egitto, la sacra famiglia era inseguita dai soldati di Erode e solo una pianta di ginepro aveva aperto le sue fronde per occultare i fuggiaschi agli sgherri ormai sopravvenuti che dovettero rinunciare alla ricerca perché punti aspramente dagli aghi di ginepro, poi per riconoscenza la madonna benedisse la pianta profetizzando che con il suo legno si sarebbe costruita la croce.
Sicuramente questa essenza  è considerata un'essenza benefica, allora: grazie ginepro per quanto ci sai donare.

8 commenti:

accantoalcamino ha detto...

Buona settimana mio "Maestro", ho in programma un olio al ginepro per condire "qualcosa",a parte la "belladonna" che mi ispira pensieri malvagi", il resto mi ispira ricette, passeggiate e giornate di sole...

Alberto ha detto...

Da noi lo adoperano nei piatti di cinghiale. Il suo nome in dialetto ligure è agaiju. Ciao.

Gibran ha detto...

Nella mia città, in Toscana viene fatta la fiera del mestolo a settembre e venivano fatti anche di ginepro.Il ragazzo che ne possedeva uno e lo batteva nel sedere della ragazza aveva più probabilità di sedula.Ma adesso come tutte le cose belle non lo fanno più,è rimasta solo la fiera.
Ciao Sileno.

olgited ha detto...

Io uso le bacche nella selvaggina.Ciaooo

Adriano Maini ha detto...

Tante le cose che non sapevo del ginepro, pur ben presente dalle nostre parti!

speradisole ha detto...

Era il mio albero di Natale, da piccola. I nostri boschi non offrivano abeti ed anche se ce n'erano non si tagliavano, si preferiva un alberello modesto di ginepro.
Era una vera impresa attaccarvi i piccoli doni, a causa degli aghi pungenti del ginepro: caramelle, mandarini e qualche torroncino. La cosa più bella però da attaccare erano le monete di cioccolata, ed i pupazzerti di zuchero con attaccato in testa il filo per essere appesi.
Bei ricordi Sileno, Un abbraccio.

rosso vermiglio ha detto...

E grazie a te che ci doni sempre queste interessanti notizie e curiosità :O)

Pierpaolo ha detto...

Ho piegato fino a terra un ramo di ginepro, ho urlato "Mario Montiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii", ma non è ancora successo nulla :))