giovedì 28 maggio 2015

la foresta

 
bosco di faggi


 Come in un sogno l’incerto
lume dilegua, s’è spento:
L’anima errante del vento
geme pel bosco deserto.
(Arturo Graf)
 
bosco di abeti 

 
orchidea selvatica

domenica 24 maggio 2015

24 maggio



 Il 24 maggio 1915 l'Italia entrava in guerra, una guerra che fra soldati e popolazione civile causò la morte di circa 12.801.000 morti fra gli alleati e circa 11.601.000 morti fra gli imperi centrali.

 Le poesie sono di Bertolt Brecht; le immagini sono tratte da internet


Quando chi sta in alto parla di pace
La gente comune sa
Che ci sarà la guerra.
Quando chi sta in alto maledice la guerra
Le cartoline precetto sono già compilate.
Quelli che stanno in alto
Si sono riuniti in una stanza
Uomo che sei per la via
Lascia ogni speranza.
I governi
Firmano patti di non aggressione.
Piccolo uomo,
firma il tuo testamento.
Sul muro c’era scritto col gesso:
vogliono la guerra.
Chi l’ha scritto
è già caduto.



Non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.



I bambini giocano alla guerra.
È raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
È la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
               lettera al fronte
                                                                                                                                                   lettera alla famiglia

un pensiero a tutte le vittime