L'invito era stato una sorpresa: Vieni a fare una ciaspolada in notturna?
e il percorso della ciaspolada era nel paese della mia giovinezza, il percorso si svolgeva lungo una strada che si snoda interamente nel bosco, senza nessuna abitazione per un tratto di circa 4 km, una strada che nel periodo invernale non viene aperta al traffico.
Delle ciaspole, ( racchette da neve), non vi era necessità poiché l'altezza della neve era di due-tre cm. erano ampiamente sufficienti gli scarponi; così un centinaio di persone partirono nell'oscurità della notte giovane.
Subito ci addentrammo nel bosco fra l'eccitazione dei bimbi e le chiacchiere degli adulti, per un tratto rimasi assieme a degli amici, poi cominciai a sfilarmi per avere il piacere di restare da solo, ( ma, purtroppo, anche a causa della fatica).
Dopo un tratto pianeggiante, la strada , che ben conoscevo, cominciò a risalire e bisognava prestare attenzione alle lastre di ghiaccio nascoste sotto il leggero strato di neve gelata.
Al termine della prima salita un lampeggiare di fiamme
tra gli alberi indicava il primo posto di ristoro, si sentivano echeggiare delle risate di bimbi e arrivato sul posto, vidi che il motivo dell'eccitazione: si trattava del Matharol, un folletto dei boschi vestito di rosso e dispettoso che faceva divertire i bimbi
Altro tratto in salita e dopo una ventina di minuti al culmine della strada, a metà del percorso, altro punto di ristoro dove servivano dell'ottimo vin brulè che gustai con vero piacere, da lì incominciava il tratto in discesa verso il punto d'arrivo, ma ormai avevo deciso che sarei ritornato alla partenza, il fascino di ritornare da solo, in compagnia dei miei ricordi era troppo stimolante, così una telefonata all'amico per avvisarlo che l'aspettavo alla partenza , ( per il ritorno dalla ciaspolada era previsto il servizio di navetta lungo un'altra strada).
Così mi allontanai nel buio dal posto di ristoro, in breve il silenzio fu totale, rotto dal frusciare delle scarpe nella crosta di neve e dal tonfo ritmico del bastone che usavo come sostentamento.
Ero dotato di torcia elettrica che ogni tanto sciabolavo tra i tronchi degli abeti per cogliere il riflesso di qualche animale selvatico, ma non ebbi questa fortuna, poi dovevo aspettare qualche istante perché gli occhi si riabituassero al buio.
La notte era senza luna, ( anche se sul manifesto era scritto; ciaspolada nel bosco al chiaro di luna, ma a due giorni dal novilunio avere il chiaro di luna è molto, molto difficile), però avanti a me, lungo la strada, in direzione sud, nella porzione di cielo libera da alberi vedevo stagliarsi la splendida "Cintura di Orione" e un cielo molto luminoso nonostante la mancanza di luna, il biancore della neve sulla strada mi indicava la direzione, nel bosco buio, ampi spiazzi erano privi di neve fermata in alto dai rami e poi sciolta durante il giorno, fra i rami qualche bagliore di stelle e, a volte le luci intermittenti di qualche aereo o di qualche satellite artificiale.
Tendevo le orecchie per cogliere qualche fruscio, ma aldilà del rumore dei miei passi, solo il latrato di qualche cane nei villaggi lontani, il gorgogliare dell'acqua
che scorreva sotto le lastre di ghiaccio dei frequenti torrenti e l'acqua di qualche fontanella scavata in un tronco di abete,
poi con rammarico mi ritrovai troppo velocemente al punto di partenza e come se avessimo coordinato l'appuntamento giunse subito la navetta col mio amico
Certo che questa passeggiata notturna nei boschi era molto diversa da quelle della mia giovinezza, allora le torce elettriche erano troppo costose per averne a disposizione, il telefono cellulare era solo fantascienza, così come era fantascienza pensar di disporre di un servizio navetta, però anche questa è stata molto divertente e da conservare nello sgangherato baule dei miei. ricordi