Ricordando
le mie origini, dedico questo post alle generazioni di umili seggiolai
che nei secoli, sono partiti dalla mia vallata per offrire la loro opera
in remote contrade italiane e francesi.
Scriveva Giovanni Gravenbroch alla fine del millecinquecento:
il seggiolaio da un disegno di Giovanni Gravenbroch
"...noi
intendiamo di estendere il fervore industrioso del povero popolo che
circonda la terra d'Agort nel territorio bellunese, stante che alcuni di
quei villici, massime nell'inverno, obbligati dalla fame, abbandonano
il proprio nido...
due seggiolai alla fine degli anni 40 con l'attrezzatura e il carico di paglia
...tali sono gli Conza Careghe, gente senz'arte e senza altra attività che di costruire sedie d'ogni sorte,
già
verso gli otto anni i bambini venivano affidati ad un seggiolaio e
mandati in giro per l'Italia e la Francia per imparare un lavoro e
contribuire al mantenimento della famiglia
seggiolai al lavoro
di legno di salce e trecce di paglia, tradotta da dolci paludi...
... vivendo con parsimonia, onde conservare il denaro in maniera che non si alimentano di altro che polenta,
cibo in vero assai gradito ne' nativi alpestri paesi." Le seggiole riprodotte im questo notissimo quadro di Van Gogh sono sicuramente state costruite da seggiolai agordini.